Vedere Portovenere arrivando dal mare è stupore per gli occhi.
Il piccolo borgo marinaro con le sue case torri strette l’una alle altre quasi a formare una barriera invalicabile, la “Palizzata”. Case colorate di rosso, rosa, giallo e azzurro.
Un esempio, come le vicine Cinque Terre, di come uomo e architettura si siano plasmate su un territorio impervio e difficile in una interazione fra uomo e natura che ha creato un paesaggio altamente scenografico.
Non per niente il golfo di La Spezia, al termine del quale sorge Portovenere, è chiamato Golfo dei Poeti. Perché questo tratto di costa con i suoi borghi, fin da fine Ottocento, ha attirato scrittori e poeti che da questi luoghi hanno tratto ispirazione: Montale, Lord Byron, Dickens e Virginia Woolf.
Già precedentemente, nel 1338, Petrarca così la descriveva:
A quelli che giungono dal mare appare nel lido il porto di Venere e qui
nei colli che ammanta l’ulivo è fama che anche Minerva scordasse per tanta dolcezza Atene
sua patria…
Anche Lord Byron passò un lungo periodo a Portovenere e a lui è stata intitolata la grotta dove si dice che andasse a meditare e trarre ispirazione per le sue opere. La leggenda racconta anche che partendo da lì nuotò per 8 chilometri per raggiungere l’amico poeta Shelley che si trovava a Lerici.
Portovenere prende il nome probabilmente dal tempio dedicato a Venere che sorgeva sulla propaggine sul mare dove oggi c’è la bellissima Chiesa di San Pietro. Si narra che Venere sia nata dalla schiuma del mare ed in questo tratto il mare è piuttosto spumeggiante per le onde che si scontrano sulle rocce.
Il modo migliore per avvicinarsi a Portovenere è sicuramente approdando dal mare come Venere.
Vi apparirà subito un’immagine da cartolina.
Inoltratevi poi subito nel borgo attraverso uno degli stretti cunicoli che penetrano la barriera delle alte case. Passeggiate fino ad arrivare al Castello Doria che torreggia sopra al borgo e che l’ha lungamente protetto nel passato.
Da lì e dalle mura ci sono tanti scorci sul blu e bianco del mare cristallino e spumeggiante.
E poi ancora andate fino alla Chiesa di San Pietro sull’estremità del promontorio, letteralmente affacciata sul mare. Possibilmente al tramonto, per godervi lo splendido panorama dagli archi del suo chiostro.
Un’altra cartolina simbolo di Portovenere.
Se vi fermate per qualche ora, prendete anche il battello che in circa 40 minuti fa il giro delle tre isole davanti a Portovenere: Palmaria, Tino e Tinetto.
Portovenere e le sue isole formano il Parco Naturale di Portovenere e, insieme alle Cinque Terre, sono un sito Patrimonio dell’Unesco.
Palmaria, l’isola più grande della Liguria, è l’unica abitata. Ricca di sentieri per bellissime passeggiate, spiagge incantevoli, mare cristallino e ben 36 grotte. Fra queste la più famosa è la splendida Grotta Azzurra.
Tino è territorio della Marina Militare e l’accesso è consentito solo in due giorni all’anno in occasione della Festa di San Venerio.
Tinetto è la più piccola ed è ricoperta da un fitto bosco. In passato dei monaci avevano eretto un piccolo monastero.
Quando andare a Portovenere: in occasione delle sue feste!
La ricorrenza principale e più suggestiva è la Festa della Madonna Bianca, patrona di Portovenere, che si celebra il 17 agosto. Portovenere ricorda un miracolo avvenuto nel 1399. La leggenda narra che Luciardo, un abitante del villaggio, stava pregando per la fine della carestia al cospetto di un’immagine mariana della Madonna. Nella stanza era presente anche un’altra icona vecchia e scolorita adagiata per terra. Poco dopo aver iniziato a pregare, l’uomo si accorse che, nella vecchia icona, piano piano i colori ridiventavano brillanti, riportandola all’antico splendore. Inoltre, le mani della Madonna si giunsero in preghiera e nelle mani del bambino comparve un cartiglio con un invito alla conversione. Il miracolo durò più di un’ora e tutti gli abitanti accorsero in casa di Luciardo per testimoniare il miracolo.
Per ricordarlo, ogni anno la pergamena della Madonna, custodita nella chiesa di San Lorenzo, viene portata in processione per i “carrugi”, i vicoli del borgo, fino alla Chiesa di San Pietro. Lungo tutto il percorso ed intorno ai santuari vengono collocate ben 1600 “padelloni”, le antiche fiaccole romane.
Di notte, con tutte le fiaccole accese, Portovenere diventa ancora più incantevole! L’ideale è noleggiare una barca per assistere allo spettacolo delle luci dal mare.
Sempre dedicata alla Madonna è la Festa della di Nostra Signora delle Grazie che si celebra l’8 settembre. È una delle feste religiose più sentite della Liguria e richiama migliaia di pellegrini.
Popolare poi è la Sagra del Polpo, sempre a inizio settembre, dove è possibile assaggiare le prelibatezze tipiche del mare: polpo bollito, in carpaccio e in umido, fritture di pesce, frittelle di bianchetti e tante altri piatti locali.
Il 13 settembre si celebra invece la Festa di San Venerio, patrono del Golfo dei Poeti e di coloro che si occupano della manutenzione dei fari, i”fanalisti”.
San Venerio era un eremita del Monastero Benedettino dell’Isola di Tino che, nelle notti più buie, soleva fare un falò nella vetta più alta dell’isola per far orientare le imbarcazioni in mare. La leggenda narra che si prodigava per proteggere tutti i naviganti dai pericoli e che teneva sempre la porta aperta per la gente di mare. Al posto del monastero sorge oggi un faro.
Durante la festa, la statua del santo viene trasportata in una processione in mare da La Spezia all’isola. Le imbarcazioni vengono poi benedette. Il 13 settembre e la domenica successiva sono gli unici due giorni in cui si può accedere all’isola.
Insomma, i motivi per recarsi a vedere la splendida Portovenere di certo non mancano! Ci siete mai stati?
Come arrivare
In auto, a soli 15 chilometri dall’uscita autostradale di La Spezia.
Con l’autobus 11/P dalla stazione ferroviaria di La Spezia in circa 30 minuti.
Con uno dei traghetti che da La Spezia raggiungono tutte le località delle Cinque Terre. Portovenere è la prima fermata.