Sono presepi semplici quelli della via dei presepi all’Alpe di Monghidoro. Perlopiù si tratta di natività. La loro particolarità sta nell’essere inseriti nel contesto naturale del bosco di faggi. Quindi un contesto decisamente magico!
E così delle pietre o un tronco diventano capanne naturali per accogliere la rappresentazione della nascita di Gesù.
Un buco nel terreno, nel muschio o un anfratto fra le radici, avvolgono le statuine delle natività.
Alcuni sono talmente piccoli e mimetizzati con l’ambiente circostante che, se non fosse per le stelle comete rosse poste sopra ai tronchi, non si vedrebbero!
Nata dall’amore degli abitanti di Monghidoro per la loro terra, la via dei presepi all’Alpe di Monghidoro, è un valore aggiunto ad una passeggiata in una zona già molto bella di suo.
Siamo sull’Appennino bolognese, a 1229 metri, in un punto molto panoramico dell’Alpe di Monghidoro: la croce dell’Alpe, chiamata così per la presenza di una croce.
Qui si apre in mezzo ai faggi un grande prato da cui, nelle giornate particolarmente terse, si possono vedere il Mare Adriatico a destra, le prealpi e le Dolomiti di fronte e il Mar Tirreno a sinistra.
Da qualche anno è stata installata una passerella molto panoramica ed un binocolo.
Da qui passa uno dei sentieri escursionistici più belli dell’Emilia Romagna: l’Alta Via dei Parchi che, attraverso il crinale appenninico attraversa Emilia-Romagna e Toscana fino ad arrivare nelle nelle Marche.
Un tempo l’Alpe di Monghidoro era il percorso obbligato da percorrere per andare dalla Pianura Padana all’Italia centrale.
Nel 1264 i bolognesi costruirono un presidio per sorvegliare i traffici sul confine fra Emilia e Toscana. Una sorta di dogana chiamata Scaricalasino, proprio perché qui occorreva scaricare le merci dagli asini per farle controllare.
Monghidoro infatti ancor oggi in dialetto bolognese è chiamato Dscargalèsen.
Da qui passarono Goti e Visigoti poi, tra il Cinque e il Settecento, tutti i popoli che tentarono di conquistare la penisola italiana: spagnoli, germanici e francesi. Da qui passarono e sostarono anche tanti personaggi illustri: papi, imperatori, principi, letterati e avventurieri.
L’antica via, nell’800, partiva dall’attuale Porta Santo Stefano a Bologna e arrivava in Toscana passando per l’Alpe di Monghidoro all’altezza dell’antica Osteria del Fantorno. Della locanda rimangono oggi solo alcune macerie, ma nel 2007 è stata ricostruita a qualche decina di metri dal rudere e, oggi come allora, offre una sosta culinaria per gli escursionisti. Ha anche alcune camere per dormire.
All’osteria è legata una leggenda assai lugubre.
I viaggiatori che passavano nell’800 erano costretti a fermarsi a dormire qui per non affrontare di notte il lungo percorso che da lì portava in Toscana. Il tratto era infatti terra di briganti pronti a derubare i viandanti.
Secondo la leggenda, l’ultimo proprietario della locanda, era anch’egli un brigante. Si narra infatti che, spesso e volentieri, sopprimeva i propri ospiti per derubarli e per fare con i loro resti lo spezzatino. Un viandante lo scoprì perché si ritrovò dita umane nella propria pietanza e, scappato di corsa, riferì l’accaduto. In seguito, le Guardie Pontificie si sarebbero recate ad arrestare il proprietario ed a radere al suolo la locanda.
Non è dato sapere se sia leggenda o realtà. Quel che è certo è invece che, alla fine dell’800,’ fu cambiato l’itinerario stradale per rendere più agevole la traversata. Dall’osteria non passava più nessuno e fu costretta a chiudere.
Oggi, l’Alpe di Monghidoro è un luogo per chi ama fare sport nella natura. Ci sono diversi sentieri CAI ben tenuti per fare trekking e piste per mountain bike.
Per gli manti dell’avventura c’è anche il Triton’s Park, un piccolo parco avventura fra gli alberi.
È un ambiente incontaminato ricoperto da faggete dove regna il silenzio.
Percorrendo l’itinerario escursionistico classico che da Piamaggio porta alla Croce dell’Alpe (CAI 907), vedere la via dei presepi è come ricevere una piccola ricompensa. Si trova infatti proprio a destra del belvedere, lungo una discesa in forte pendenza. Si scende bene però grazie ad una sorta di lunga scalinata costruita dagli abitanti di Monghidoro.
La via dei presepi all’Alpe di Monghidoro è davvero particolare e unica nel suo genere!
Puoi anche guardare questo video che mi è stato gentilmente inviato da Chiara e Francesco:
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