Non dirò che viaggio da sempre perché fino a 22 anni quasi non ero uscita dal mio paesino romagnolo di 2000 anime.
Di famiglia modesta, le vacanze erano state giusto un paio di estati in pensione sulla riviera adriatica.
Poi la svolta, l’incontro con alcune persone dell’ambiente viaggi, un nuovo lavoro che mi ha catapultato a Bologna da sola a 22 anni, l’indipendenza, l’apertura mentale che ne è scaturita.
Da allora sì che ne ho macinati tanti di km!
Non mi sono fatta mancare niente, nel bene e nel male. In che senso? Per esempio sono stata operata d’urgenza a Città del Messico per una salmonellosi non diagnosticata alla prima analisi, e vi garantisco che non è stata una passeggiata. Ma nemmeno questo ha fermato la mia voglia di esplorare. Ho viaggiato più che ho potuto perché per me non c’era e non c’è modo migliore di spendere il denaro.
Ho iniziato viaggiando con gli amici o in coppia, ma il salto di qualità vero è stato quando non mi sono fatta fermare dall’essere sola.
Iniziare a viaggiare in solitaria è stato una svolta. Non solo per la mia autostima personale che ne è uscita rafforzata, ma anche per il modo di percepire un viaggio. Percepirlo direttamente sulla pelle, senza distrazioni. Mettendosi a contatto con realtà e persone locali.
Ho vissuto esperienze che probabilmente non avrei vissuto se non avessi viaggiato sola.
Il primo viaggio in solitaria è stato l’Andalusia on the road. Poi Madrid, Barcellona, Portogallo, Parigi. Poi il salto oltreoceano: Santo Domingo da un lato e l’Indonesia dall’altro.
Soprattutto quest’ultima mi ha regalato emozioni incredibili fra Java e Bali.
Ricordo la salita al buio all’altopiano di Dieng per vedere l’alba. Solo io, la guida, la luce delle stelle ed il canto dei muezzin. E poi, dopo il cammino, l’alba che mi ha rivelato un paesaggio quasi fiabesco.
Ricordo il pranzo seduta a terra nella cucina di una famiglia balinese il cui figlio, un inserviente dell’hotel dove avevo dormito qualche giorno prima in un’altra località, mi riconobbe per strada ed mi invitò a casa nel giorno di festa.
Ricordi che rimarranno sempre con me.
Poi l’incontro con la mia persona del cuore, quella con cui sentii che era giusto ritornare a viaggiare in compagnia. Amante dei viaggi come me. Proprio lui, diventato poi mio marito, mi lanciò la sfida di trasferirci all’estero per un suo nuovo lavoro. E io non ci ho pensato due volte e l’ho anzi incoraggiato ad accettare subito.
E così ci trasferimmo in Cina, in una metropoli sconosciuta di 5 milioni di abitanti, Wuxi. Non era il posto affascinante che avevo immaginato, ma una triste città grigia dove per strada si fermavano a fotografarmi perché di occidentali ne avevano visti pochi.
Ma nemmeno quello mi scoraggiò. Mi godetti il tempo libero dopo 14 anni di un lavoro molto impegnativo. E iniziai a cercare il bello ovunque e a conoscere il più possibile quella cultura così diversa dalla nostra.
Ci trasferimmo poi a Suzhou, città molto più vivibile, quando ero incinta di 9 mesi. A Shanghai è nato il mio primo figlio. Anche per questo la Cina rimarrà per sempre nel mio cuore!
Ma la Cina, dove rimanemmo 3 anni, non è stato il nostro unico espatrio. Dopo qualche anno trascorso in Italia, ripartimmo per la Thailandia per altri 3 anni. Con i nostri figli che nel frattempo erano diventati due.
Un’altra città non certo idilliaca, Pattaya, ma anche lì ho imparato ad amare una cultura bellissima e piena di tradizioni affascinanti.
Inutile dire che negli anni cinesi e thailandesi ne abbiamo approfittato per viaggiare ogni volta che abbiamo potuto: Shanghai, Pechino, Hong Kong e la regione meravigliosa del Sichuan, il Vietnam, la Cambogia, il Myanmar, la Malesia e l’Australia.
E, anche ora che viviamo di nuovo in Italia, i viaggi rimangono una passione.
Mi sono avvicinata al mondo dei blog, quando ho aperto il mio blog personale Mamma in Oriente per raccontare a parenti ed amici la nostra vita in Thailandia. Poi si è trasformato invece in un blog seguito da tanti espatriati ed amanti di questo paese. Il blog è tuttora online per chi ama la Thailandia, anche se non lo aggiorno da tempo.
Da questa esperienza all’estero è poi nato un progetto meraviglioso che ancora porto avanti insieme a 10 italiane expat sparse per il mondo che sono diventate delle vere amiche con cui mi sento giornalmente via chat. È Amiche di Fuso, il magazine per gli italiani che vivono all’estero. Affiancato dall’attivissima pagina Facebook.
Per ultimo, il progetto My Travel Planner, che unisce tutte le mie passioni insieme: viaggi, fotografia, grafica, scrittura, fatto a mano e amore per la bellezza!
Federica Assirelli